E’ stata davvero straordinaria la prima degustazione del 2019 svoltasi nella nostra Delegazione della Spezia e capitanata dal Presidente Nazionale dell’AIS in persona, Antonello Maietta.
Una selezione di bottiglie eccezionali, quasi introvabili, scelte con molta cura da Antonello, e proprio lui a farci da guida verso la conoscenza di vini tanto preziosi e affascinanti: tutto questo ci ha reso ancora più consapevoli della fortunata esperienza che stavamo vivendo.
Brillante, caloroso ed empatico com’è nel suo stile, Antonello introduce la serata raccontandoci del suo primo approccio a un passito prodotto in famiglia quando era bambino.
Quale prologo del tema sull’appassimento viene proiettata una slide contenente poche righe del XXV Canto del Purgatorio di Dante Alighieri, dove Stazio spiega a Dante, tramite una metafora, come la vita racchiuda in sé due potenze, una materiale e una spirituale. Così è il vino, prodotto dall’umor della vite (mosto) e dal calore del sole (elemento immateriale).
“... Guarda ‘calor del sol
che si fa vino
Giunto all’umor
che dalla vite cola...”
Una “copertina“ di tale spessore ha messo in risalto l’estrema cultura e competenza del nostro relatore che, con il suo linguaggio chiaro e accattivante, conquista subito la platea.
Ad arricchire il nostro vocabolario enologico Antonello inserisce due definizioni che chiariscono meglio il concetto di Appassimento Naturale e Artificiale:
ON-vine e OFF-vine
Con il primo termine si intende l’appassimento ottenuto da uve lasciate surmaturare sulla vite, dove il grappolo non viene reciso.
Il secondo termine si riferisce invece ad uve staccate della pianta, dove il grappolo viene reciso e l’appassimento viene svolto altrove, in cassette, sui graticci (come per lo Sciacchetrà), appese all’interno (zona del Soave) o all’esterno (regioni del Sud). Anche in questi casi l'appassimento può considerarsi raggiunto con metodi naturali.
Solo quando avviene immissione di aria calda sui graticci si parla di appassimento artificiale.
Dopo la Letteratura e l’Enologia è la volta della Storia.
Antonello fa un breve “excursus storico” dei vini passiti evidenziandone la tradizione millenaria. Partiamo dalla Commandaria, la “manna cipriota” che viene prodotta ancora oggi a Cipro, per passare alle citazioni tecniche sulla produzione di passiti lasciate da Plinio il Vecchio nel I° sec. D.C., fino ad arrivare alla storia dell’emblematico Amarone e alle sue date fondamentali:
1936 Adelino Lucchese gli dà il nome Amarone
1942 compare per la prima volta il nome Amarone in etichetta
1969 nasce il primo Disciplinare
1990 il Disciplinare distingue il Recioto dall’Amarone
Le parole di Antonello arrivano dirette e coinvolgono l’attenzione di tutti i presenti.
Sappiamo che avremo nei bicchieri 6 tipologie di passiti rossi secchi ottenuti da 6 differenti vitigni autoctoni, provenienti da regioni diverse.
L’atmosfera in sala è delle più calde... e non abbiamo ancora degustato i vini!
Viene versato il primo vino. La bottiglia è fasciata e così tutte le altre. Sarà una degustazione alla cieca.
Accogliamo con entusiasmo la simpatica sorpresa e scopriamo insieme, come in una sorta di indovinello, sia il vitigno sia la regione di appartenenza.
Dopo le prime esitanti risposte tutti partecipiamo cercando di trovare nel colore, nei profumi e nel gusto di ogni vino qualche peculiare caratteristica che ci consenta di inquadrare sia il vitigno sia la regione.
La serata è davvero molto vivace e stuzzicante. Un colpo da maestro del nostro Presidente che ci fa sentire ancora più coinvolti e appassionati!
sold out
concluso