Intervista col produttore: Marchese Cattaneo Adorno
Da qualche anno la città di Genova sta riscoprendo la vocazione agricola e soprattutto vitivinicola che ha fatto parte della sua storia sin da epoca romana.
Le scelte industriali degli anni 50 e 60 hanno portato a un progressivo abbandono della campagna, e a coltivare uva sono rimasti pochissimi, in fazzoletti di terra sulle colline della Valpolcevera.
Una produzione destinata a un mercato locale, e fino a poco tempo fa scarsamente conosciuta al di fuori del territorio ligure. Eppure la bianchetta che cresce a Coronata, a Morego, a San Quirico e a Serra Ricco’, ha caratteristiche e profumi unici, di grandissima eleganza.
In queste valli peraltro ritroviamo anche ottime espressioni di Vermentino, Albarola e Bosco.
I produttori che hanno determinato la riscoperta e un vero e proprio nuovo mercato dei vini di Genova, sono Andrea Bruzzone e Gionata Cognata, dei quali abbiamo gia’ scritto in precedenti articoli.
Ma nel panorama territoriale sta per affacciarsi una nuova e interessante realta’: l’azienda Marchese Cattaneo Adorno.
Per conoscere la famiglia è sufficiente aprire i libri di storia: i Marchesi Cattaneo Adorno hanno origini antichissime. Presenti a Genova sin dal X secolo, hanno dato i natali ad alcuni degli esponenti più rilevanti della vita pubblica genovese. Oggi Palazzo Cattaneo Adorno, ancora di proprieta’ della famiglia, e’ una dimora storica facente parte dei siti Unesco, uno degli storici Rolli.
Anche la viticoltura fa parte della loro storia: i Cattaneo Adorno discendono per linea femminile dai Durazzo, famiglia genovese che nel 1622 acquistò dai Gonzaga, nel Monferrato, il Castello di Gabiano terreno vocato per la produzione di Barbera, Freisa e Grignolino, e alla base di due piccole denominazioni, il Gabiano e il Rubino di Cantavenna. Alcuni testi ritengono addirittura che nei primi anni dell’800 proprio nei boschi dei Durazzo fosse stata selezionata l’uva Bosco.
Giacomo Cattaneo Adorno 5 anni fa visita l’azienda di Gionata Cognata, confinante con alcuni suoi terreni allora incolti, sulla collina di Morego, che possiedono suoli straordinari, ricchi di ardesia, quarzo e scisti.
Un meraviglioso anfiteatro con vista sulla città e sul mare, dove si racconta fosse prodotto il miglior Coronata.
E’ un colpi di fulmine: da lì a breve impianta 3 ettari di Bianchetta, Albarola, Vermentino e Bosco. Le uve della Liguria, le uve genovesi. Riproduce non senza fatica alcune marze di bianchetta originale, recuperandola da piccoli agricoltori che conservano vecchissime vigne.