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Bottiglie da vino

Quando si cominciarono ad utilizzare le bottiglie di vetro per la conservazione del vino, le bottiglie non erano di forma o dimensioni standard ma venivano realizzate in modo artigianale da dei “soffiatori di vetro”; ogni pezzo era quindi unico.

La dimensione variava, anche se la più diffusa aveva una capienza tra i 700 e gli 800 ml, che è esattamente il volume medio di espirazione dei polmoni umani.

La prima tecnica utilizzata per produrre bottiglie di vetro prendeva il nome di “soffiatura a canna”, una lavorazione che venne perfezionata qualche tempo dopo dai maestri vetrai di Venezia e Altare, dove già le bottiglie di vetro erano utilizzate per il servizio a tavola.

Inizialmente si trattava comunque di un utilizzo e di una produzione limitata, costosa e riservata a pochi. Questi sono i primi segnali che hanno anticipato il futuro della bottiglia di vino per come la conosciamo oggi.

Le prime bottiglie erano caratterizzate da una base arrotondata, robusta, a forma di palla ed un collo lungo, piuttosto ingombrante. Solo nel corso del ‘700, la bottiglia di vetro assunse una forma più simile a quella attuale, più slanciata e con un diametro inferiore alla base.

La capacità classica delle bottiglie di vetro è di 75 cl, anche se prima della loro produzione industriale la capacità variava a seconda della singola lavorazione.
Pare che la scelta di produrre bottiglie da 75 cl dipenda dal particolare sistema di misurazione della capacità dei liquidi utilizzate nel mondo anglosassone, dove si ricorreva al gallone imperiale.

Le casse utilizzate per il trasporto del vino potevano contenere 2 galloni (circa 9 litri) e i commercianti scelsero che per ogni cassa ci dovessero essere 12 bottiglie di vino, per cui 12 bottiglie da 0,75 cl!

Inoltre, se consideriamo che un’equa quantità di vino da versare in un tradizionale calice da degustazione si aggira tra i 100 e i 150 ml, ecco che da una bottiglia da 75 cl si ottengono esattamente 6 bicchieri di vino!
 

Bottiglie da vino, tutta questione di forma e dimensione

A differenza del passato, oggi le bottiglie hanno dei formati standard, che variano in base alle esigenze dei vini ai quali sono destinate.
Non dimentichiamo che il vetro è il materiale che riesce meglio a conservare le caratteristiche organolettiche del vino.

Perciò, per un risultato ottimale, vi sono differenti tipologie di bottiglie, che si differenziano per: dimensione, tipologia di vetro utilizzato, più o meno spesso, e per il colore del vetro, dal più chiaro, quasi trasparente, al più scuro, quasi opaco, che impedisce ai raggi del sole di entrare a contatto con il prodotto.
 

Alcune tra le più famose tipologie di bottiglie da vino

La bottiglia Bordolese, creata in Francia all'inizio del 1700, si caratterizza per le tipiche spalle alte, il piatto profondo, i lati dritti ed un collo tendenzialmente corto. Le spalle così inclinate aiutano ad intrappolare i sedimenti e consentono un facile accatastamento ed invecchiamento delle bottiglie.

È la tipologia di bottiglia da vino più popolare al mondo, realizzata in vetro di diverse colorazioni in base alla tipologia di vino che deve contenere, rigorosamente fermo.

I vini rossi sono tipicamente imbottigliati in vetro verde scuro o marrone, per fornire protezione dal sole durante l’invecchiamento.
Il vetro verde chiaro o trasparente viene invece utilizzato per i vini bianchi o rosati, solitamente gustati più giovani e conservati in frigorifero.

La bottiglia Bordolese a spalla alta è un’evoluzione estetica della tradizionale Bordolese, la sua forma più slanciata, dona un’eleganza maggiore alla bottiglia. Viene utilizzata per vini particolari, soprattutto passiti.

La bottiglia di Borgogna è anch’essa originaria della Francia, ha una forma cilindrica; si caratterizza per le spalle inclinate ed il collo lungo; è più larga rispetto la precedente ed ha una tipica forma a pera. È la forma preferita dalla maggior parte dei produttori di Pinot Nero e Chardonnay di tutto il mondo.

Le Champagnotte, sono le bottiglie da vino più usate per gli spumanti.
Si tratta di bottiglie molto più spesse e pesanti rispetto alle altre, questo per poter resistere all'alta pressione dei vini spumanti.

La loro peculiarità sono le spalle leggermente inclinate ed una profonda fossetta sul fondo, chiamata “punt", che serve per aumentare la forza della bottiglia.

Sono solitamente realizzate in vetro verde, anche molto scuro, per proteggere le annate più vecchie dai danni del sole.
Le versioni in vetro trasparente, sono invece indicate per i vini rosati frizzanti e per alcuni spumanti più semplici.

La bottiglia Champagne Cuvée è una variante della precedente, caratterizzata da una base più allargata ed un collo più lungo.

La differenza tra le due è principalmente estetica; rispetto alla classica, la Champagnotte Cuvée presenta uno svantaggio dal punto di vista logistico, in quanto la sua peculiare forma rende più difficile impilare tra loro le bottiglie, ha però il vantaggio di avere una migliore maneggevolezza nel servizio.

La bottiglia Renana o Alsaziana, ha una forma slanciata, allungata ed affusolata, particolarmente elegante, senza spalle e senza rientranza alla base.
Generalmente è utilizzata per i vini bianchi e rosati, che non lasciano deposito e che vanno consumati in breve tempo.

La bottiglia ad Anfora è utilizzata generalmente in Francia per l’imbottigliamento dei vini della Provenza.
In Italia è diventata simbolo del Verdicchio.
 

Bottiglie da vino rosso

La più diffusa è l’Albeisa, una bottiglia simile alla più conosciuta Borgognona, ha una forma allungata ed affusolata; è particolarmente adatta ai vini rossi della Langa, quali Barolo, Barbera e Dolcetto.

La colorazione del vetro è sempre scuro, solitamente con tonalità sul marrone, questo per permettere un migliore affinamento del prodotto.

La bottiglia Marsalese è la bottiglia tipicamente utilizzata per la conservazione del Marsala ed in generale dei vini fortificati e liquorosi.
Il vetro è di colore marrone scuro o addirittura nero e la sua forma presenta un collo largo nella parte centrale ed ha una spalla molto marcata.

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